Il Banco Alimentare del Piemonte sostiene, a Torino, 40mila indigenti
Fonte: Andrea Ciattaglia - La Voce del Popolo
«La Torino della fragilità sociale non e un accidente piovuto per caso dal cielo, ma una condizione strutturale della nostra società che dobbiamo affrontare stando vicino alla gente che ha bisogno». Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana, non ha usato mezzi termini intervenendo il 9 marzo alla tavola rotonda «Povertà e disagio nella Torino del terzo millennio» che fa da corollario alla presentazione del progetto di integrazione sociale nei quartieri periferici» della Consulta per le Persone in Difficoltà (Cpd). L’iniziativa portata avanti negli ultimi anni dall`associazione guidata da Paolo Osiride Ferrero, col sostegno di Regione Piemonte, Atc e il contributo, nel 2010, della fondazione Vodafone Italia., sposa in pieno la politica della «vicinanza dei servizi alle persone» attraverso la presenza di volontari della Consulta nei complessi di case popolari di via Tunisi, via Biglieri e corso Lecce «Tra i servizi e le attività realizzate - spiega Ferrero - curiamo l’assistenza telefonica gratuita e immediata alle persone in difficoltà, l’attività di consulenza nello svolgimento delle pratiche burocratiche, gite e iniziative di socializzazione, laboratori artistici e gruppi di mutuo aiuto, e poi l’assistenza domiciliare leggera, rivolta soprattutto ad anziani e disabili». I primi costituiscono il 13% dei richiedenti alloggio popolare, i secondi il 16%.
Dati aggiornati sulla povertà di migliaia di Famiglie torinesi sono stati forniti il 9 marzo anche da Roberto Cena, residente del Banco del Piemonte: «In città raggiungiamo quarantamila indigenti attraverso i quasi duecento punti di distribuzione sul territorio, ma la richiesta di aiuto aumenta del venticinque per cento all'anno». Spesso il volontariato è l’unico argine alla disperazione di intere famiglie in un panorama in cui la farne non e solo di cibo, ma anche di relazioni. Lo ricorda l’assessore alle politiche sociali della Città, Marco Borgione: «I volontari del Servizio aiuto anziani del Comune segnalano che il problema di molti utenti e la solitudine: non la necessità di risolvere problemi materiali, ma l’esigenza di essere ascoltati».